Quando il vino "piange"

(Foto Pixabay)

Sicuramente l’avrete notato anche voi quando assaggiate un vino: se si  fa roteare leggermente il bicchiere, sulle sue pareti si formano delle “lacrime”, o “archetti”. La spiegazione che di solito si da’ a questo fenomeno chiama in causa la glicerina contenuta nel vino: più il vino “piange” - cioè, più numerose sono le sue “lacrime” - più il suo contenuto di glicerina è alto. In realtà, il responsabile di questo fenomeno è soprattutto l’alcol.

Come si sa, il vino è una miscela di acqua e alcool (e altre sostanze); questi due liquidi hanno dei punti di ebollizione diversi. A livello del mare, l’acqua bolle a 100° C, l’alcol  a 78,3 °C. Quando si fa roteare il bicchiere, il  vino a contatto con la superficie interna del bicchiere tende a risalirla per capillarità. Una volta arrivati in cima, alla superficie, sia l’acqua che l’alcol evaporeranno, ma l’alcol sarà il primo a farlo, perchè il suo punto di ebollizione è più basso. In quel momento, il vino avrà una minore concentrazione alcolica, e questo cambiamento nella sua composizione provocherà un aumento della tensione superficiale. Questo fatto però farà  risalire ancora di più il liquido nella superficie interna del bicchiere, e quest’ultimo, per effetto del suo stesso peso, finirà per ricadere indietro. Si formeranno così i famosi archetti.

Perciò, quando vedete che si formano tanti archetti nel bicchiere in cui avete versato il nostro Amarone, o un vino di grande struttura come il nostro Ismaero, potete essere sicuri di star bevendo un vino di grande qualità.