Il dono della neve

Alcuni vigneti nella pianura della Valpolicella il giorno dopo la nevicata

Nei giorni scorsi anche in Valpolicella è arrivata la neve. Poca, purtroppo, sarebbe stato meglio averne un po’ di più, ma dobbiamo accontentarci. Chi è abituato alle comodità della città, penserò che la neve, a parte essere bella e suggestiva da vedere - e necessaria in montagna, se si vuole sciare - serve a poco. Anzi, se si deve viaggiare e le strade non sono pulite, è una bella seccatura e un pericolo. Ma per la campagna è una vera manna.

Sotto la neve pane/ sotto la pioggia fame”, dicevano i nostri vecchi. La ragione è abbastanza intuibile: se durante l’inverno piove spesso e con abbondanza, si forma molto fango e la piantina di frumento seminata a ottobre ingiallisce, marcisce e muore. Viceversa, una bella nevicata forma un manto di protezione anche contro il freddo, e quando si scioglie per l’avvicinarsi della primavera, fa bere tutte le piante.

La neve è importante per molti motivi, primo tra tutti perchè arricchisce le risorse idriche . La neve infatti porta il 90% dell’acqua che verrà utilizzata durante l’estate, mentre la pioggia ne porta solo il 10%, perchè scorre via e non riesce a penetrare a fondo nel terreno. In viticoltura la neve è vitale perchè la vite è un po’ come l’uomo: dopo aver lavorato senza interruzioni per molti mesi, ha bisogno di un periodo di riposo. Noi ce ne andiamo in vacanza (quando possiamo), lei chiede solo di starsene tranquilla e di dormire, per ripartire poi quando è il momento giusto (e non in grandissimo anticipo, come è successo in alcune zone anche d’Italia a causa di temperature troppo elevate fuori stagione).

La piccola nevicata di cui abbiamo goduto la scorsa settimana ha dato da bere alla terra, ha fatto bene alla sostanza organica e anche a noi umani, perchè più della pioggia la neve porta verso il basso le polveri sottili. Per quanto breve, per la campagna è stato un toccasana.