Tempo di olive e olio nuovo

Dopo le uve, le olive: in campagna il lavoro continua, anche se quest’anno il raccolto si presenta più scarso. Nelle campagne veronesi l’olivo è un albero familiare da molti secoli; la vite e l’olivo erano due piante sacre sia per i Greci che per i Romani. Nonostante questo, la coltivazione dell’olivo ha visto periodi di grande sviluppo alternati ad altri di crisi, sia per motivi climatici che per motivi economici: in passato infatti l’olio era usato più per l’illuminazione delle chiese e per altri usi industriali che per l’alimentazione. A partire dalla fine del secolo scorso però, anche l’olio d’oliva ha ricevuto il giusto riconoscimento, quando si è capito che il suo ruolo è centrale nella dieta mediterranea. Nelle nostre zone, due sono gli oli extravergine d’oliva che possono fregiarsi della DOP, la denominazione d’origine protetta: l’olio del Garda e quello Veronese Veneto Valpolicella. Entrambi sono fatti con cultivar di olive locali. Quello della Valpolicella, per essere riconosciuto DOP, deve avere almeno per il 50% la varietà d’oliva chiamata Grignano (o Favarol), e per il restante le varietà Leccino, Casaliva, Pendolino e poche altre.

A differenza del più delicato olio del Garda, perfetto per i piatti di pesce, l’olio della Valpolicella ha un profumo più intenso, con aromi di oliva insieme ad altri che ricordano il vegetale fresco, seguiti poi da qualche nota che ricordano la frutta secca e le spezie. Basta un filo di quest’olio su una minestra rustica come la classica pasta e fagioli e subito il piatto acquista una marcia in più di sapore e di profumo. Per questo una confezione regalo composta da una bottiglia di uno dei nostri vini e una di olio extravergine d’oliva è un regalo sempre gradito, per chiunque.